Dalla gabbia tipografica allo spazio dello scrivere. Il “corpus elettrico” di Emily Dickinson

Authors

  • Paola Castellucci

Abstract

Postumo, pesantemente modificato dai curatori, spesso frainteso da lettori e critici, il corpus testuale di Emily Dickinson ha ora una nuova opportunità di rinascita. La versione elettronica di ogni tipo di documento da lei scritto (quasi 2000 poesie, ma anche lettere e perfino un erbario) verrebbero a costituire un’unica entità: un ipertesto, uno spazio multimediale, una performance. La versione elettronica consentirebbe la ricostruzione dell’edizione filologica autentica; e, cosa ancor più interessante, Dickinson verrebbe certo riconosciuta da artisti futuri (e non solo poeti e scrittori) come modello per nuove narrazioni digitali: ben oltre la sola dimensione testuale.

Author Biography

Paola Castellucci

Paola Castellucci è professore associato e insegna Documentazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Si occupa di Digital Humanities, “Due culture”, information retrieval e banche dati. Ha recentemente pubblicato la traduzione e il commento della Dichiarazione di Budapest sull’accesso aperto, e saggi riguardanti l’archivio di preprint arXiv. Autore di Dall’ipertesto al Web. Storia culturale dell’informatica, Laterza, 2009.

Published

29 Nov 2011

How to Cite

Castellucci, P. “Dalla Gabbia Tipografica Allo Spazio Dello Scrivere. Il ‘corpus elettrico’ Di Emily Dickinson”. Testo E Senso, no. 12, Nov. 2011, https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/2.

Issue

Section

Dossier: narrazione e nuove tecnologie