Testo e Senso
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<p><em>Testo e Senso</em> è una rivista scientifica interdisciplinare nata nel 1998 presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Si occupa di testi, di media vecchi e nuovi e dei sistemi culturali che da essi derivano e assume come tema centrale la riflessione intorno al problema di un nuovo statuto delle discipline legate al testo. Nel farlo, si affida a una pluralità di punti di vista e di interazioni teoriche e metodologiche che vanno dalla teoria e critica letteraria, alla filologia, alla linguistica, agli studi culturali, ai communication studies, alle scienze cognitive, alle neuroscienze, alle digital humanities.</p>Università degli Studi di Roma Tor Vergatait-ITTesto e Senso2036-2293Forestierismi e linguaggio giuridico contemporaneo: gli atti degli avvocati
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<div> <p class="Corpotestodopotitolo">Dopo un <em>excursus </em>sulla componente esogena nel linguaggio giuridico, il lavoro si concentra sull’analisi dei prestiti presenti in una tipologia di testo giuridico fino a ora poco esplorata, gli scritti processuali degli avvocati. Per tale scopo si è spogliato e esaminato un campione rappresentativo di atti di parte tratto dal <em>corpus </em>del PRIN 2017 <em>AttiChiari</em>.</p> </div>Francesca Fusco
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2022-12-122022-12-122418920710.58015/2036-2293/585Erotismo e comique all’ombra delle cattedrali: i fabliaux medievali
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<p>Se è noto che l’orizzonte religioso e culturale dell’uomo del Medioevo individua il corpo come sede del peccato e del male, è altrettanto noto che, con lo sviluppo delle città e della civiltà mercantile, si attua un processo di rivalutazione della sessualità, alla quale sono conferiti nuovi significati e valori. In tale contesto<em>, </em>del quale i recenti studi hanno rivelato la mobilità e varietà, a partire dal XII secolo si afferma il nuovo genere letterario dei <em>fabliaux</em>, diffuso dapprima in Francia e poi in tutta Europa: aneddoti e racconti in versi destinati principalmente a far ridere, attraverso la rappresentazione satirica e grottesca di tutta la società medievale. I <em>fabliaux</em> narrano con versi allusivi e audaci, ma sempre in maniera umoristica e satirica, i vizi e i peccati commessi per lo più da preti e monaci i quali diventano, insieme a dame tutt’altro che caste, e a mariti ignari e sprovveduti, i protagonisti di una cospicua produzione di aneddoti e racconti popolari. La finalità di questo articolo è stata quella di esaminare le traduzioni italiane di due studiosi del medioevo, Rosanna Brusegan e Alessandro Barbero, con particolare attenzione alla resa esplicita di termini osceni.</p>Ciro Ranisi
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2023-01-132023-01-132410.58015/2036-2293/572Mancano dita
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Gianluca Paciucci
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2022-12-122022-12-122421121810.58015/2036-2293/601Chi muore se muore Jack Hirschman
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Gianluca Paciucci
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2022-12-122022-12-122421922010.58015/2036-2293/605Robert Hollander in memoriam
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Claude Cazalé Bérard
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2022-12-122022-12-122422322610.58015/2036-2293/616Quasimodo e gli Epigrammi
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<p>A partire dall’analisi dei salaci, e spesso duramente satirici e pungenti, <em>Epigrammi</em>di Quasimodo, perlopiù editi postumi in volume (nel 2004) da Giovanna Musolini, l’autore richiama la fortuna che l’epigramma ha riscontrato anche in altri grandi autori, più o meno coevi a Quasimodo, tra cui Montale e Pasolini.</p> <p> </p>Emerico Giachery
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2022-12-122022-12-122422723010.58015/2036-2293/618Per Greta Weinfeld-Ferušić
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2022-12-122022-12-122423123110.58015/2036-2293/614Modi di Lettura e risposte d’Identità di Carlo Alberto Augieri
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Raul Mordenti
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2022-12-122022-12-122423323410.58015/2036-2293/603Il giardino segreto del Vaticano
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<p class="western"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: small;">Recensione a Marco R. Bettoni Pojaghi, </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: small;"><em>Il camposanto teutonico</em></span></span></span><span lang="it-IT"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;"><span style="font-size: small;">, Roma, Pagine, 2018, pp. 192.</span></span></span></p>Letizia Aggravi
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2022-12-122022-12-122423523910.58015/2036-2293/569La poesia di Edith Bruck
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Raul Mordenti
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2022-12-122022-12-122424124510.58015/2036-2293/604De Martino e la letteratura
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Annalisa Pagliuso
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2022-12-122022-12-122424725610.58015/2036-2293/620Paolo Ferrero (a cura di), Panzieri, l'iniziatore dell'altra sinistra
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Sergio Dalmasso
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2022-12-122022-12-122425725810.58015/2036-2293/547La coscienza è un istinto
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Federica Orlandi
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2022-12-122022-12-122425926210.58015/2036-2293/592In divam Genevram Lutiam di Bernardo Ilicino
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Carmine Chiodo
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2022-12-122022-12-122426326610.58015/2036-2293/612Il raggio di luce e la mitezza: una lettura del Paradiso dantesco
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<p>La metafora della luce è considerata fra quelle “metaforiche” che Blumenberg definisce “assolute”, in quanto capaci di rappresentare il “tutto” del mondo, altrimenti inesprimibile. La luce e i termini ad essa correlati costituiscono forse il campo semantico più prolifico nella costruzione simbolica dell’immaginario umano e si configura come un archetipo fondamentale, a cui la lingua attinge fin dagli albori della letteratura universale. Nel suo libro Come un raggio nell’acqua. Dante e la relazione con l’altro, La Porta compie una lettura originale del Paradiso di Dante, percorrendo un viaggio, che a tratti può apparire temerario ma sempre brillantemente giustificato, attraverso le immagini metaforiche che attingono al campo semantico della luce e che innervano la Terza Cantica, con uno sguardo attento a ciò che possono comunicare al nostro mondo post-contemporaneo.</p> <p> </p>Anna Maria Rossi
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2022-12-122022-12-122426726910.58015/2036-2293/564Aristofane a Scampia: la “non scuola” di Marco Martinelli
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Pamela Parenti
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2022-12-122022-12-122427127710.58015/2036-2293/584Nel Nome di Dante di Marco Martinelli
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Pamela Parenti
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2022-12-122022-12-122427928210.58015/2036-2293/582I processi mentali come movimenti melodici. Per una nuova interpretazione delle scienze cognitive
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Roberta Gambardella
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2022-12-122022-12-122428328810.58015/2036-2293/606L'amore assurdo di Josip Osti
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2022-12-122022-12-122428929010.58015/2036-2293/613L'Ultima poesia
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Annalisa Pagliuso
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2022-12-122022-12-122429129710.58015/2036-2293/588Recensione a Manitas di Gianni Vacchelli
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Paolo Leoncini
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2022-12-122022-12-122429930210.58015/2036-2293/607Neurogenesi del tifo calcistico: il caso di Osvaldo Soriano
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<p>La teoria formulata da Norbert Elias e da Eric Dunnung, secondo cui gli sport moderni hanno preso forma nel secolo diciannovesimo come strumento di controllo degli impulsi aggressivi e per consentire agli Stati-Nazione una centralizzazione delle principali funzioni sociali, ha goduto di grande autorevolezza. Negli ultimi anni tuttavia neuro-scienziati e cognitivisti hanno condotto molti test ottenendo prove indubitabili circa la funzione empatica e interconnessiva esercitata soprattutto dal football nei tifosi: il calcio costituirebbe non una forma di censura della violenza, ma un prezioso agone in cui apprendere gli stili comportamentali e cognitivi della condivisione. L’opera dello scrittore argentino Osvaldo Soriano mostra, prima dei neuroscienziati, come nella rappresentazione del calcio prevalgano sempre le relazioni sugli agenti che le promuovono.</p>Stefano Calabrese
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2022-12-122022-12-12248910010.58015/2036-2293/595Rachel Bespaloff, forza e bellezza, guerra e pace. Una lettura dell’Iliade
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<p>Molti dati biografici, e un percorso parallelo verso un esilio senza ritorno, invitano ad accostare le due letture dell’<em>Iliade</em> di Rachel Bespaloff (1895 – 1949) e di Simone Weil (1909 – 1943), due intellettuali, ebree, appassionate lettrici di filosofia e studiose di cultura antica, scrittrici non accademiche, pensatrici fuori norma impegnate nelle problematiche del tempo, lucide osservatrici delle crisi politiche e dei conflitti degli anni Trenta. Eppure profondamente divergenti, una dall’altra, nelle loro scelte etiche e ideologiche, in particolare nell’interpretazione del testo omerico scelto a paradigma di un mondo precipitato nella guerra. Rachel Bespaloff e Simone Weil avrebbero potuto incontrarsi in varie occasioni, nonostante la differenza di età: a Parigi, dove frequentarono gli stessi ambienti, a Marsiglia dove aspettarono di ottenere un visto per emigrare in America, oppure a New York, dove arrivarono entrambe con famiglia nell’estate 1942. Invece l’incontro non avvenne. Il nome della Bespaloff non compare né nei testi né nella corrispondenza della giovane filosofa. Il nome di Simone Weil e un suo breve ritratto campeggiano invece nella corrispondenza di Rachel Bespaloff con l’amico Jean Grenier, che le inviò il saggio della Weil, poco prima che ultimasse il suo: al di là di sorprendenti somiglianze, i due saggi rispecchiano due visioni nettamente contrapposte del tema della guerra e della forza, nonchè della funzione della poesia.</p>Claude Cazalé Bérard
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2022-12-122022-12-122410112210.58015/2036-2293/571Ungaretti non era un formalista
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<p>Sempre con intento di sottolineare il “peccato” più che, come si suol dire, il “peccatore”, la studiosa si sofferma, attraverso significative esemplificazioni, su alcuni “abusi” perpetrati da certa critica formalistica – molto in voga negli scorsi decenni e, talora nei suoi eccessi, tuttora dura a morire – nei confronti dell’opera ungarettiana.</p>Noemi Paolini Giachery
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2022-12-122022-12-122412312710.58015/2036-2293/619Confini, soglie e limiti. Leggere Virginia Woolf e Ingeborg Bachmann attraverso Michail Bachtin
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<p>La categoria del confine, rielaborata da Bachtin a partire dalle scienze naturali, se da un lato è funzionale per fare luce sulle esperienze biografiche così come sul pensiero del teorico russo, è strumento privilegiato per analizzare le opere di Virginia Woolf e Ingeborg Bachmann, due autrici che, anche se in modi e tempi diversi, hanno contribuito a trasformare il volto della letteratura novecentesca, sviluppando una poetica delle zone liminali e tracciando sentieri letterari unici. Il confine, potente luogo cronotopico, si esprime così in un complesso insieme di immagini letterarie. Se nel capolavoro modernista di Woolf <em>To the Lighthouse</em> confini e soglie, porte e finestre dialogano e l’esperienza della morte si sviluppa in un rito liminale tra il passato e il futuro della famiglia Ramsey, nelle opere di Bachmann, autrice che proviene dal confine, si rintraccia un fecondo universo di elementi liminali tra cui il ponte, il fiume, la partenza, il viaggio nelle prime raccolte di poesie, ma soprattutto la figura di Undine, creatura acquatica che tra terra e mare pronuncia il suo accorato addio.</p>Cecilia Regni
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2022-12-122022-12-122412913810.58015/2036-2293/574Libri ricevuti e asterischi 2022
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Raul Mordenti
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2022-12-122022-12-122430330610.58015/2036-2293/617I mezzi determinano i fini. Sul rapporto tra infrastruttura digitale e scuola
https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/599
<p>Il contributo investiga il rapporto tra le aziende di GAFAM, l’istituzione scolastica e i processi cognitivi di apprendimento. Dopo aver esposto le premesse epistemologiche e culturali da cui nasce l’idea di una rivoluzione dell’educazione per mezzo degli strumenti tecnologici, l’intervento si concentra sui limiti e sui rischi legati all’inserimento dell’istituzione scolastica all’interno della infrastruttura di GAFAM (rischi correlati al fine stesso della scuola e agli scopi ultimi della didattica, che si espongono ad una riduzione in chiave utilitaristica ed economicistica) e sul rapporto problematico e conflittuale tra strumenti digitali e apprendimento e tra le forme (i metodi) dell’apprendimento e i suoi contenuti.</p>Giovanni BarraccoAnna Angelucci
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2022-12-122022-12-122472610.58015/2036-2293/599Dai casual games alla gamification: nuove tecnologie per una nuova ludicità nella Rete di GAFAM
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<p>La definitiva affermazione di nuove tipologie di gioco, quali <em>social</em> e <em>browser games</em> giocabili all’interno dei principali <em>social networks</em> (Facebook su tutti) o <em>browser,</em> ha velocemente modificato il ruolo di queste piattaforme e delle tecnologie digitali che le veicolano, favorendo la progressiva ‘domesticazione’ di queste ultime, come è avvenuto, ad esempio, per i primi <em>smartphones</em> lanciati da Apple, il cui utilizzo innovativo è stato reso più familiare grazie all’inserimento nell’App Store di mobile games dal facile approccio, come l’iconico <em>Angry Birds</em>. Con il seguente intervento si intende indagare proprio l’impatto che la cosiddetta ‘nuova ludicità’ ha avuto e continua ad avere nei confronti del mediascape contemporaneo, con un focus specifico su quei prodotti, sia hardware che software, marchiati GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) e sul modo in cui hanno radicalmente rivoluzionato non solo le modalità di fruizione videoludica, ma anche molte altre pratiche legate alla vita quotidiana, in accordo con l’ingresso nella <em>network society era.</em></p>Valentina Corosaniti
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2022-12-122022-12-1224273910.58015/2036-2293/565“Vedere cose irrazionali”: l’allegoria come forma di resistenza al tecno-capitalismo
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<p>Il saggio prende in considerazione l’allegoria come strumento di controvisualità utile a denunciare le politiche di marketing e sfruttamento economico delle multinazionali tecnologiche. Partendo dal modello tradizionale delle allegorie di Cesare Ripa (<em>Iconologia</em>, 1593), l’analisi rintraccia le fondamenta allegoriche alla base dei lavori creati dagli artisti contemporanei Trevor Paglen ed Elisa Giardina Papa in risposta al tecno-capitalismo.</p>Sara Damiani
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2022-12-122022-12-1224415510.58015/2036-2293/576Parole e lingua nell’universo GAFAM
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<p>Il presente contributo si propone di analizzare i diversi servizi offerti da Google, Amazon e Microsoft per il machine learning e il trattamento automatico del linguaggio, con il proposito di esaminare sia i pregi – immediatezza e facilità d’uso –, sia i difetti –, asservimento a logiche commerciali, inefficienza di alcuni prodotti, specie per quelli che si pongono come punti di riferimento per professionisti e specialisti.</p>Manuel Favaro
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2022-12-122022-12-1224576410.58015/2036-2293/591Dalla rete dell’ipertesto come disseminazione della soggettività autoriale alla rete come trappola dell’identità digitale: la scrittura di Gherardo Bortolotti
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<p>Se consideriamo la pervasività e le ricadute epistemologiche e sociali connesse all’uso della rete e delle tecnologie digitali che a oggi ce ne permettono l’accesso, non sorprenderà l’analisi di questo caso di studio: la scrittura di un autore contemporaneo noto, nella selezionata cerchia dei fruitori della poesia odierna ma anche in quella – qualora non fosse coincidente alla prima – dei lettori della narrativa degli Anni Zero, per l’aderenza del suo “stile” alla realtà ipercontemporanea dell’infraordinario – via Perec –, da cui mutua categorie narrative (a partire da quelle più tradizionali e necessarie di spazialità e temporalità) e specificità euristiche soprattutto in virtù della rinnovata funzionalità dei suoi <em>media</em> più tipici, dal monitor fino all’ipertesto, adattandosi alla fluidità di blog e pagine web ivi generate.</p>Annalisa Pagliuso
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2022-12-122022-12-1224657510.58015/2036-2293/596«Y que la Biblioteca perdurará»: da Jorge Luis Borges ad Amazon
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<p align="justify"><span style="font-family: Palatino Linotype, serif;">Una lettura del celebre racconto borgesiano come allegoria dell’offerta libraria del colosso di Bezos. In esso, non solo il potenziale acquirente è portato a smarrirsi tra i libri già scritti nella sezione dedicata del sito, ma una pagina apposita lo invita ad autoprodurne altri, contribuendo in prima persona all’incremento di quella quantità che lo disorienta. Eppure la vertigine di infinito e impossibilità su cui punta lo scrittore argentino si mescolano nel contemporaneo all’euforia dei percorsi che ancora riescono, che bucano il marasma per affermarsi. Impossibile e possibile convivono come un’altra capriola magica di Internet.</span></p>Giovanni Salvagnini Zanazzo
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2022-12-122022-12-1224778610.58015/2036-2293/590Il sogno intermediale
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<p>Marco e Locarno. Marco e Urbino. Marco e Roma e Parigi e il «mosaico Europa». Marco e il «mondo grande, terribile e complicato». In un perenne viaggiare, immaginare, progettare, scrivere, agire, entro i quali l’esercizio della ragione e del sentimento e la creatività artistica sono stati intimamente assunti in permanente dialogo con i destini individuali e generali dell’umano, come del vivente tutto. Con e attraverso le immagini, i suoni, le tecniche, i dispositivi, il giusto tempo e il giusto spazio per le riverberazioni interiori. Sono queste le prime localizzazioni materiali, mentali ed emozionali che affiorano pensando a Marco Maria Gazzano scomparso, a 68 anni, all’alba del 7 giugno scorso.</p>Giulio Latini
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2022-12-122022-12-122414114210.58015/2036-2293/615“Cavalleria rusticana” tribolazioni d’autore: vicende di riscritture della novella verghiana tra letteratura e altre arti
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<p>Ormai in tarda età, sembra che Verga abbia confidato la sua insofferenza rispetto al mancato riconoscimento della sua veste autoriale: «Per chi dovrei scrivere?» avrebbe detto «Di ciò che ho scritto sopravvive soltanto <em>Cavalleria rusticana</em> e non per virtù mia, ma di Pietro Mascagni. Le porto, quelle paginette, come un cappio al collo!». È abbastanza noto che lo scrittore siciliano uscì provato dalle disavventure giudiziarie che lo avevano visto protagonista, insieme a Mascagni, di una lunga disputa, fatta di numerose querele, denunce e processi sui ricavi conseguiti ai successi di <em>Cavalleria</em> e sulle proprie competenze autoriali. Si tratta di vicende che potrebbero tranquillamente rappresentare il soggetto di un film giudiziario dai toni talvolta drammatici e talvolta grotteschi. Nel corso di questo intervento, saranno sinteticamente ricostruiti i vari passaggi della lunga storia, che parte dalla scrittura dei testi (la novella, il dramma, il libretto per il melodramma) per giungere fino alle numerose riprese cinematografiche, con alcuni cenni su altri melodrammi derivati dalla novella in oggetto, ma meno conosciuti: <em>Malapasqua</em> di Stanislao Gastaldon e <em>Cavalleria rusticana</em> di Giovanni e Domenico Monleone.</p>Pamela Parenti
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2022-12-122022-12-122414315110.58015/2036-2293/587«Con occhi ben aperti». Il doppio sogno di Schnitzler e Kubrick
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<p>Il saggio si propone di analizzare la trasposizione cinematografica del racconto di Schnitzler <em>Doppio sogno</em> (<em>Traumnovelle</em>) operata da Kubrick attraverso il suo ultimo film, <em>Eyes Wide Shut</em>. Più che attenersi fedelmente al testo di Schnitzler, Kubrick lo considera uno spunto da quale muovere per incunearsi – fuori da ogni ortodossia psicoanalitica – nei labirinti della coscienza, incrinando, di conseguenza, le sue presunte certezze, rivolte a escludere il groviglio di contraddizioni che, soprattutto nella vita erotica, rendono ogni ipotetica trasparenza il rovescio speculare di un’indecifrabile – per quanto naturale – pulsione. Proprio come sono costretti a sperimentare Bill e Alice, la coppia di coniugi protagonisti di <em>Eyes Wide Shut</em>.</p>Vanessa Pietrantonio
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2022-12-122022-12-122415316710.58015/2036-2293/597L'elevazione e il vuoto: i dialoghi di Andrej Rublëv e Stalker
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<p>I dialoghi di due film di Andrej Tarkovskij, <em>Andrej Rublëv</em> e <em>Stalker</em>, vengono analizzati utilizzando un modello a rete in cui i nodi sono i personaggi e i rami le interazioni dialogiche fra essi. Lo spessore dei rami, inteso come quantità di dialogo che corre lungo essi, viene considerato come parametro caratterizzante la rilevanza dei personaggi che collegano e delle loro relazioni. L’analisi mostra, in <em>Andrej Rublëv</em>, la centralità del personaggio Kirill mentre il protagonista, spesso relegato in zone periferiche delle reti dialogiche, appare come un testimone silente di eventi a lui esterni. In <em>Stalker</em> emerge la centralità della figura dello Scrittore, personaggio il quale, più di ogni altro membro della triade di protagonisti, compie un percorso di crescita interiore.</p>Filippo Schillaci
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