Intervista ad Adriana Cavarero. Filosofia della Narrazione e scrittura del sé: primi appunti sulla scrittura di Elena Ferrante
Abstract
Isabella Pinto ingaggia un dialogo serrato con la filosofa Adriana Cavarero, sollecitandola a riflettere circa le consonanze fra la narrazione del sé così come è stata sviluppata nella sua riflessione filosofica e quella proposta dai romanzi di Elena Ferrante. Se Cavararo sostiene di voler fare del sé narrabile un sé narrabile quotidiano, così, Ferrante riesce a rendere narrativamente il sé narrabile facendo proprio emergere il nodo relazionale incardinato nella quotidianità: il cosiddetto ‘patto col lettore’ risulta così tanto più naturale e perfetto. La relazionalità in gioco, in tale operazione, non è qualcosa di generico ma rimanda a situazioni concrete: l’amicizia, l’amore, il rapporto madre e figlia Agli occhi della filosofa Ferrante coglie nel segno di questa relazionalità concreta, diffusa e quotidiana, perché mette a tema la relazionalità tra due amiche, e tutte le loro relazioni, a seconda della famiglia o delle situazioni, con una concretezza della relazione all’altro che solo la letteratura, solo la narrazione possono dare (no la filosofia, che invece la neutralizza).