Persistenze moderniste e neomodernismo in Pinkerton di Franco Cordelli

Autori

  • Giovanni Barracco

DOI:

https://doi.org/10.58015/2036-2293/766

Abstract

Il contributo intende impiegare la categoria di neomodernismo per il romanzo di Franco Cordelli Pinkerton (1986), che vi rientra per una serie di elementi quali l’opacità della forma (un romanzo strutturato come commento a materiali registrati, ma anche uno scrutinio di coscienza); la questione della tensione conoscitiva del romanzo e della possibilità di comprendere, spiegare la realtà; la problematica dell’io narrante, soggetto di crisi, inaffidabile, i cui strumenti conoscitivi appaiono insufficienti a cogliere la sostanza delle cose; la torsione pubblica, per cui la realtà storica – nelle forme del rapimento Moro e dell’ambientazione degli anni Settanta – preme fortemente sulla trama; lo spessore sintattico, dominato dall’epanortosi, che avvicina il testo al romanzo-saggio. Allargando il campo, attraverso l’analisi singola di Pinkerton – e rifacendosi alla formazione culturale e all’appartenenza generazionale di Cordelli – si vuole inquadrare la sua opera nell’orizzonte culturale delle persistenze del moderno e nella cornice letteraria del neomodernismo.

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Pubblicato

27 dic 2024

Come citare

Barracco, G. «Persistenze moderniste e neomodernismo in Pinkerton di Franco Cordelli». Testo e Senso, vol. 1, n. 28, dicembre 2024, pagg. 163-78, doi:10.58015/2036-2293/766.

Fascicolo

Sezione

Altra Critica