Parole oltre i conflitti
Il lessico della gentilezza
DOI:
https://doi.org/10.58015/2036-2293/675Abstract
Il contributo si propone di presentare i primi risultati di un’analisi linguistica che mira a esplorare l'uso decostruttivo delle 'parole gentili' rispetto alle parole dell'odio e del conflitto. Attraverso l'esame di alcuni esempi, verrà indagata la costellazione lessicale costruita attorno alla parola cardine ‘gentile’, della quale si ricostruirà l’evoluzione diacronica per mostrare come nel corso del tempo si siano affermati valori spesso distanti rispetto a quelli originari fino a giungere, in alcuni casi, a impieghi nei quali il termine acquisisce, sulla base del contesto, significati non positivi: si pensi a ‘per cortesia’ o ‘cortesemente’, diffusi nel linguaggio burocratico (ma recepiti anche dai mezzi di comunicazione), che possono essere usati sia per formulare richieste garbate, sia per esprimere ordini, fondati di solito su una posizione di autorità. Di tali molteplici significati di ‘gentile’ (e di ‘gentilezza’) rimane traccia nel patrimonio paremiologico e fraseologico della lingua italiana, anche in questo caso con valori non sempre positivi; si pensi all’espressione ‘sesso gentile’ (o ‘gentil sesso’), oggi certamente non politically correct. Parte del contributo prenderà in esame testi prodotti dalle intelligenze artificiali generative del tipo di ChatGPT, che, come è noto, sono sottoposte ad algoritmi ‘etici’ che limitano l’uso del linguaggio offensivo e discriminatorio.
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