Dalla rete dell’ipertesto come disseminazione della soggettività autoriale alla rete come trappola dell’identità digitale: la scrittura di Gherardo Bortolotti

Autori

  • Annalisa Pagliuso

DOI:

https://doi.org/10.58015/2036-2293/596

Abstract

Se consideriamo la pervasività e le ricadute epistemologiche e sociali connesse all’uso della rete e delle tecnologie digitali che a oggi ce ne permettono l’accesso, non sorprenderà l’analisi di questo caso di studio: la scrittura di un autore contemporaneo noto, nella selezionata cerchia dei fruitori della poesia odierna ma anche in quella – qualora non fosse coincidente alla prima – dei lettori della narrativa degli Anni Zero, per l’aderenza del suo “stile” alla realtà ipercontemporanea dell’infraordinario – via Perec –, da cui mutua categorie narrative (a partire da quelle più tradizionali e necessarie di spazialità e temporalità) e specificità euristiche soprattutto in virtù della rinnovata funzionalità dei suoi media più tipici, dal monitor fino all’ipertesto, adattandosi alla fluidità di blog e pagine web ivi generate.

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Pubblicato

12 dic 2022

Come citare

Pagliuso, A. «Dalla rete dell’ipertesto come disseminazione della soggettività autoriale alla rete come trappola dell’identità digitale: la scrittura di Gherardo Bortolotti». Testo e Senso, n. 24, dicembre 2022, pagg. 65-75, doi:10.58015/2036-2293/596.

Fascicolo

Sezione

Dossier: Nella rete di GAFAM