Generi grammaticali e identità di genere

Autori

  • Cristina Lavinio già Università di Cagliari

Abstract

I generi grammaticali non possono mai aderire perfettamente a tutte le identità di genere, benché una linguistica ingenua e popolare pensi il contrario e non sappia che non è universale la stessa opposizione tra genere maschile e femminile. Dopo avere ricordato che l’arbitrarietà regna sovrana sulle lingue, determinandone le differenze e caratterizzando la relazione tra significante e significato dei segni linguistici, si esamina la situazione dell’italiano, lingua a due generi all’uno o all’altro dei  quali sono assegnati tutti i nomi secondo modi non prevedibili né in perfetta corrispondenza con i loro referenti, neanche nel caso si tratti di referenti animati. Si ricordano i passi avanti fatti per arginare il sessismo linguistico e rendere visibili le donne, estendendo a nomi un tempo usati solo al maschile le regole per la formazione del femminile, prima di discutere le istanze più recenti fondate sul rifiuto del binarismo e fatte in nome di una maggiore inclusività di tutte le identità di genere, ma approdando a forzature linguistiche prive della possibilità di affermarsi.

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Pubblicato

23 dic 2021

Come citare

Lavinio, C. «Generi grammaticali e identità di genere». Testo e Senso, n. 23, dicembre 2021, pagg. 31-42, https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/515.

Fascicolo

Sezione

Dossier: Linguaggio inclusivo e sessismo linguistico