Accontentarsi semplicemente di esistere. Artaud interprete di Van Gogh

Autori

  • Vanessa Pietrantonio Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”

Parole chiave:

Karl Jaspers, Van Gogh, Artaud, pittura

Abstract

Non si può certo negare che l’associazione tra genialità e follia abbia finito per costituire, nel corso dei secoli, uno tra i topoi ricorrenti in tutti gli ambiti della fenomenologia artistica: diventando un abbinamento così diffuso e abusato da dissolvere la sua nobile genealogia filosofica (che affonda le radici nella divina “mania” platonica e nello spirito “melanconico” isolato, per primo, da Aristotele) in un vero e proprio luogo comune, depotenziato di qualsiasi vigore semantico. È, senza dubbio, il caso di Van Gogh: incarnazione di una genialità artistica che si innesta, senza alcuna mediazione, sul tronco di un disagio psichico diagnosticato dalla psichiatria dell’epoca come espressione incontestabile di alienazione mentale.

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Pubblicato

10 nov 2019

Come citare

Pietrantonio, V. «Accontentarsi semplicemente di esistere. Artaud interprete di Van Gogh». Testo e Senso, n. 20, novembre 2019, https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/425.

Fascicolo

Sezione

Paragone delle arti e intermedialità