Sulla Rete come i piccioni in una gabbia. I padroni di Internet e della nostra intelligenza

Autori

  • Paolo Sordi Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"

Parole chiave:

nuovi media, social network, internet

Abstract

Secondo una letteratura fiorente, che annovera tra gli altri Nicholas Carr, Manfred Spietzer, Naomi S. Baron, Internet e più in generale le nuove tecnologie minano le basi della nostra intelligenza, o almeno dell’intelligenza così come formata dalla rivoluzione della stampa. Stupidità, demenza, distrazione, incapacità di concentrazione stabile sono, in questa visione, stati mentali ineluttabili della nostra attuale, permanente e contemporanea esposizione a dispositivi mobili, app, social media e piattaforme delle reti.

In questo articolo, sostengo tuttavia, con l’aiuto delle considerazioni e delle riflessioni di Marcel O’Gorman e Eugeny Morozov e Jonathan Crary soprattutto, che il vero effetto di distrazione non è causato tanto dai nuovi media quanto da un’ideologia della tecnologia e del mercato funzionale a una monetizzazione e un’espropriazione dell’organizzazione sociale, del lavoro e della vita delle persone.

La progettazione e la diffusione pervasiva di prodotti e piattaforme che, sfruttando studi sugli abiti comportamentali dell’uomo e tecniche sperimentate di lavaggio del cervello, creano abitudini d’uso attraverso l’azionabilità immediata degli smartphone ed esternalizzano il vissuto quotidiano attraverso la condivisone sulla Rete, provano che a essere in gioco non è l’intelligenza, ma la libertà di essere intelligenti.

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Pubblicato

26 mag 2016

Come citare

Sordi, P. «Sulla Rete Come I Piccioni in Una Gabbia. I Padroni Di Internet E Della Nostra Intelligenza». Testo E Senso, n. 16, maggio 2016, https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/342.

Fascicolo

Sezione

Digital Humanities