Filtrando la rappresentazione. Nota sul dittico audiovisivo B#O 000001 e B#O 000002 (2011) di Giuseppe Boccassini
Abstract
Una consistente parte dei più interessanti esiti internazionali materializzati dalla sperimentazione audiovisiva contemporanea si situa in quel confine permeabile tra il cosiddetto cinema sperimentale e la cosiddetta arte video. Un confine espresso da intima relazionalità di procedure e al contempo di tratti differenzianti. Come si dà anche nel caso delle recenti creazioni visivo-sonore di Giuseppe Boccassini, in modo particolare il dittico B#O 000001 (2011) e B#O 000002 (2011) che viene ospitato nella sezione Intermedia (visionabile attraverso l’apposito spazio creato dalla rivista su YouTube). Un dittico audiovisivo contraddistinto da una deliberata opzione di essenzialità tecnica che si serve in prima istanza del «digitale povero» di una videocamera MiniDV per intessere un plastico dialogo con una non meno deliberata essenzialità profilmica destinata a subire un profondo trattamento trasfigurante predisposto dall’autore direttamente in fase di ripresa mediante l’attivazione di una cospicua serie di filtri analogici di diversa natura e dimensione. La risultante di tale tensione mobilitante e immaginativa dello sguardo è un pregevole ordito riflessivo-espressivo sui limiti del linguaggio e della rappresentazione saldato dialetticamente ad una limpida consapevolezza di ordine etico sulla deriva di un mondo che pretende la trasparenza (apparenza) spettacolarizzante di ogni cosa, l’assoluta visibilità di ogni spasmo del vivente.