Uno spazio femminile per il fantastico. Riflessioni attorno ad alcune narratrici del Novecento
Abstract
Lo studio intende indagare con quali modalità le donne si dedicano nel Novecento alla letteratura fantastica. Per far questo, sono state individuate alcune narratrici, distanti tra loro geograficamente, culturalmente e operativamente (nascono in anni lontani tra loro), che coprono l’intero secolo. La lettura dei loro scritti mostra la presenza di diversi elementi comuni: l’eccentricità della letteratura femminile intesa come essere fuori dal centro e, in ambito letterario, fuori dalla tradizione e dal canone; la scrittura considerata come pratica di conoscenza; il sogno che non si oppone alla veglia ma si confonde in essa; l’apertura e la disponibilità nella relazione con l’altro da sé, con lo straniero, con il diverso, sia esso essere umano, animale o vegetale, reale o appartenente a sfere diverse dal sensibile; la collocazione dello straordinario nel quotidiano dove scenari urbani si aprono a eventi che si allontanano dal reale; la donna come custode del domestico… Questo studio si occupa soprattutto del valore della spazialità: verranno presi in considerazione gli scritti in cui le vicende - narrate da donne al quadrato, ossia da donne che, scrivendo, mettono al centro dei loro scritti altre donne - si svolgono all’interno di ambienti quotidiani e domestici.