TY - JOUR AU - Perri, Antonio PY - 2014/12/10 Y2 - 2024/03/29 TI - Why writing is not (only) transcribing? Writing codes in contact: steps towards multigraphic literacy practices JF - Testo e Senso JA - TeS VL - IS - 15 SE - Dossier DO - UR - https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/289 SP - AB - <div class="page" title="Page 1"><div class="section"><div class="layoutArea"><div class="column"><p><span>Riassunto: </span></p><p><span>Scopo di questo articolo è riconsiderare, passandole in rassegna, le risposte date dagli studi semiolinguistici e antropologici dell’ultimo secolo alla domanda (apparentemente scontata o banale): “cos’è la scrittura?”. Gli approcci che verranno analizzati criticamente sono tutti caratterizzati da una visione “ideologica” di cosa significhi scrivere, per lo più condizionata da criteri e pratiche riconducibili all’Occidente industrializzato. Cercherò tuttavia di dimostrare come le diverse posizioni finiscano in definitiva per portare alla luce alcune caratteristiche semiotiche fondamentali che, a mio avviso, sono le sole in grado di spiegare la natura delle concrete pratiche scrittorie, nel descrivere le quali assistiamo (in Occidente come altrove) a ineludibili fenomeni di mescolamento e contatto fra norme e canoni visivo-grafici di solito considerati assolutamente distinti gli uni dagli altri. </span></p><p><span>Nell’ultima parte del testo sosterrò l’idea che promuovere usi più dinamici e ibridi di scrittura e grafismo nelle scuole e al di fuori di esse significa accettare gli inevitabili fenomeni di interazione fra singoli sistemi notazionali e altri tipi di simboli grafici: è necessario, cioè, ammettere che a livello dell’espressione grafica diviene praticamente impossibile escludere del tutto o in parte dall’analisi l’occorrenza di unità visive non codificate linguisticamente ma, spesso, in possesso di caratteri discreti e natura distintiva. La scrittura insomma ha sempre beneficiato dalla “contiguità mediale” e delle possibilità sincretiche offerte dalla giustapposizione con qualunque altra forma di diagramma e immagine (o disegno); del resto l’antropologa Ruth Finnegan ha giustamente fatto notare come nella scrittura siano sempre presenti molteplici dimensioni visive, a dispetto del fatto che alcune indiscriminate pratiche di </span><span>melting pot </span><span>grafico contemporaneo rendano spesso poco attraente o praticabile un approccio genuinamente antropologico e interculturale ai diversi processi di alfabetizzazione. </span></p></div></div></div></div> ER -