Editoriale

Inaugurando questa Nuova Serie di «Testo e Senso», sento di dover prendere come "numi tutelari" due donne che hanno profondamente marcato il panorama letterario italiano, ciascuna con una personalità, un'opera, un impegno intellettuale dai tratti originali e sicuramente singolari. Ad accomunarle, al di là delle molte differenze, ci sono un profondo amore della vita e lo strenuo lavoro di scrittura – come passione e mestiere - sorretto dalla fede nella letteratura, in una creazione artistica autonoma rispetto ai canoni estetici, ai condizionamenti ideologici, al frenetico susseguirsi delle mode.

A contrassegnare un incontro così fuori norma ci sono due documenti eccezionali, entrambi riuniti nel Dossier dedicato, appunto, a Gina Lagorio: la recensione in profonda sintonia (e perciò controcorrente) che Gina fece di Aracoeli (Tenera e tragica andalusa, «Il Resto del Carlino», 26/11/ 1982), e il racconto della sua sola e ultima visita ad Elsa, ormai ricoverata in clinica e a pochi giorni della morte (Inventario, cap.19).

Ma, per celebrare Elsa in quest'anno "morantiamo", proponiamo inoltre un link verso il video che la ritrae giovane e felice, solare, nel giorno dell'attribuzione del Premio Strega (1957) a L'Isola d'Arturo.

Il numero 13 – 2012 di «Testo e Senso» rappresenta una nuova tappa, tuttavia caratterizzata da continuità e innovazione.

Prima di tutto, la continuità, poiché una delle principali caratteristiche del numero, è di mettere in opera ( e in opere) le intenzioni formulate dal suo Direttore Responsabile Raul Mordenti, nella presentazione fondativa della rivista (1 – 1998) :

Noi vogliamo [...] prendere sul serio il testo stesso, in tutte le sue manifestazioni.

«Testo e Senso» assume infatti come proprio tema la riflessione intorno al problema di un nuovo statuto delle nostre discipline legate al testo (filologia, linguistica e letteratura anzitutto) ma dunque anche di un nuovo "paragone fra le arti".

La Redazione di «Testo e Senso», a partire dalla sua stessa composizione, vuole scommettere su due ipotesi, diverse ma fortemente correlate: in primo luogo sul fatto che filologi (in senso lato, cioè anche storici e critici del testo), linguisti, artisti dell'immagine, della figura e del suono, teorici e filosofi del fatto estetico, etc., abbiano qualcosa da dire e, reciprocamente, da dirsi proprio a partire da una riflessione sui rispettivi statuti euristici; in secondo luogo (e soprattutto) sul fatto che una tale riflessione possa vivere intensamente proprio all'interno delle attività di produzione in cui ciascuno di tali specialismi è impegnato.

Fondamentale – e direi, dirimente - per una rivista online, è l'attuazione della dimensione multimediale tanto sul piano della produzione creativa di artisti e autori che, con generosità, ci hanno affidato i loro lavori, quanto sul piano della messa in rete di una documentazione visiva e sonora utile per un approccio critico delle figure e degli eventi culturali da noi prescelti.

In quanto a innovazione, essa comporta: sia la riunione di un Comitato Scientifico Internazionale e il ricorso a dei Referees, con peer review (ogni contributo – escluso il Dossier - viene sottoposto ad un rilettore interno e ad uno esterno, specialisti dell'argomento); sia la riorganizzazione dei materiali, con l'aggiunta di nuove sezioni (ognuna presentata dai singoli Responsabili scientifici), sia l'avvio di una collana di Quaderni/Cahiers. Schematicamente la rivista presenta la seguente struttura:

Il compito di ogni responsabile è di suscitare, selezionare, vagliare i contributi relativi all'ambito che gli compete, per poi sottoporli alla Redazione (Coordinatore della Redazione: Paolo Sordi) e ai Reviewers.

La nuova collana Quaderni/Cahiers di Testo & Senso (edizione elettronica senza ritmo regolare di pubblicazione) accoglierà saggi monografici (oltre le 50 cartelle), Atti di Convegni, Traduzioni, Testi e Documenti inediti, etc... Tali pubblicazioni potranno essere scaricate in Pdf, oppure stampate su carta (con previa ordinazione a pagamento). I Direttori editoriali della collana sono Antonio Perri e Francesca Vannucchi.

Ci auguriamo che questa veste rinnovata di «Testo e Senso» soddisfi le attese dei nostri fedeli collaboratori e lettori e che ne attiri dei nuovi in modo da rendere più viva e stimolante la nostra presenza nel campo della ricerca umanistica e della creazione artistica.

Il nostro progetto - forse utopistico - è, quindi, di suscitare un dibattito: abbiamo partecipato, gli uni e gli altri, a convegni sugli orizzonti della critica, sull'utilità della letteratura, sul divenire delle discipline umanistiche, delle scienze umane pericolosamente minacciate dalle "regole ferree" dell'economia di mercato e dalla sua crisi, ma anche dall'indifferenza (per non dire l'ostilità) dei responsabili politici ed istituzionali per il nostro ambito intellettuale ed artistico, nonché per le problematiche specifiche della formazione dei giovani e della diffusione dei saperi.

Il lavoro compiuto fino ad oggi è notevole, nondimeno è necessario dare un nuovo slancio alla nostra iniziativa e ottenere nuove adesioni per trasformare ed arricchire reciprocamente i nostri percorsi conoscitivi e pratici: Alberto Gianquinto, ci ha recentemente assegnato un compito arduo ma all'altezza delle nostre aspirazioni: se, indubbiamente, "abbiamo indicato l'esistenza di statuti ermeneutici", occorre ormai concentraci in modo decisivo "sugli stretti rapporti che legano i linguaggi alla società e alla sua struttura, e quindi i 'testi' al loro 'senso' culturale e politico"; se abbiamo "posto l'esistenza di radici politiche nascoste dietro l'esplicitazione sociale della cultura e l'esistenza di radici sociali dietro o dentro il linguaggio e le sue forme", dobbiamo "mostrare la loro frequente inconsistenza, nonostante la spesso grandiosa esplosione economica e politica che si è verificata attorno ad essi"; il nostro impegno è sicuramente quello di assumere la responsabilità del nostro compito critico ispirato al principio di "traducibilità" come condizione della comunicazione tra culture marginali, eccentriche, subalterne o dominanti - così come fu rivendicato, già allora da Walter Benjamin e da Antonio Gramsci; la nostra vuole essere un'apertura verso tutte le forme di linguaggio – fuori da ogni logocentrismo o etnocentrismo – fino al terreno di creazione delle neuroscienze... Il che non esclude che manteniamo ferme la nostra fede e la nostra fiducia nella lunga durata della memoria, nella consistenza-resistenza dei testi contro la decostruzione degenerativa, nella feconda lentenza dell'approccio filologico, filosofico, storiografico, antropologico delle scritture del passato e del presente.

Per concludere questo editoriale, e dire insieme la provocatoria inattualità e l'estrema pertinenza della poesia, ascoltiamo le parole di un poeta, già invitato nella nostra rivista, Claude Vigée:

Ne te laisse pas aller à la tristesse, fais retour dès aujourd'hui à la source toujours jaillissante de ta vie première. C'est en nous-mêmes qu'est caché le soleil secret, indivisible, fût-il enterré sous des amas de décombres. Ce lieu-là seul est notre vrai lien, l'alliance à l'œuvre entre les générations séparées des hommes – la lumière commune et la force qui « ramènera le cœur des pères vers les fils, et le cœur des fils vers leurs pères » (Apprendre le nuit)

Non lasciarti invadere dalla tristezza, torna fin da oggi alla fonte della tua vita primigenia che da sempre in te scaturisce. In noi stessi si nasconde il sole segreto, indivisibile, fosse pur sepolto sotto un cumulo di macerie. Quel luogo è il nostro vero legame, l'alleanza che opera tra le generazioni separate degli uomini - la luce comune et la forza che «riporterà il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri».

Claude Cazalé Bérard
Direttore editoriale